Cristina Bizzarri
- 18/05/2013 19:43:00
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Una pretesa faustiana? No, certo, solo un far presente a febbraio che, anche se "il tuo tempo è forse più alto", pur tuttavia "è con te, lironia dellombra che arriva,/ed in mano tiene una ghigliottina". In maniera quieta conduci la tua poesia, senza grida, senza invettiva alcuna. E questo che la rende più dolorosa e struggente,questo tuo sguardo privo di illusioni e trucchetti, e quando dici "ogni creatura che nasce penso a dove verrà/seppellita", non fai altro che sottolineare un pensiero di fondo, il sottofondo costante che giace appunto nascosto nel seno stesso la terra, dentro i nostri corpi e le nostre menti. Ma "quel tuo tormento di contrastare ogni strazio/ fosse solo un’impresa", mi sembra un imperativo che ti vive dentro, un inno alla vita, un pensiero impossibile che vivi come paradosso necessario e sublime. Come mi sembra sublime e profonda la tua poesia, la cui chiusa mi sembra giocare, magari non volendo, sul duplice senso del sonno: dormire e/per dimenticare/ dormire ed essere incoscienti dellopera distruttrice del tempo. Dirti che mi è piaciuta mi sembra inutile ...
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